Rischi geologici

Effetti prodotti dalla sequenza sismica del Maggio 2012 nelle province
di Modena e Ferrara (Mw 5.9 20.05.2012, Mw 5.8 29.05.2012): gravi
danneggiamenti agli edifici, rotture del terreno e liquefazioni.
© Pio di Manna, ISPRA
L’utilizzo intensivo del sottosuolo deve confrontarsi con la presenza di rischi geologici, naturalmente presenti o indotti dall’attività umana.

Il principale rischio geologico naturale collegato al sottosuolo è certamente quello sismico. Anche se i terremoti si originano generalmente a profondità elevate nella crosta terrestre (dell’ordine di diversi Km), difficilmente raggiungibili dalle attività umane, e sono collegati a deformazione e rottura delle rocce dovute ai naturali fenomeni geologici in atto nella crosta terrestre, attivi in particolare ai margini di catene montuose relativamente recenti, come le Alpi e gli Appennini, l’utilizzo dei geopotenziali del sottosuolo, anche a ridotte profondità, deve certamente tenere nel debito conto il rischio sismico.

Nel Bacino della Molassa nordalpina il rischio sismico è moderato e i terremoti significativi sono rari e più concentrati nel settore occidentale del bacino rispetto a quanto non siano nei settori bavarese e austriaco. In generale, la maggior parte degli eventi risentiti provengono da strutture sismogenetiche ben più profonde del bacino molassico, quali quelle relative alle falde alpine sovrascorse o al regime distensivo del Graben del Reno superiore. Eventi storici distruttivi sono noti solamente per il settore sud-occidentale del bacino e gli eventi, come ad esempio quello registrato ad Annecy (Savoia) nel luglio 1996 (Magnitudo 5,3 Mw), sono amplificati a causa della particolare compressione di quel settore del bacino, stretto tra la catena alpina ancora attiva e l’antistante e più antica catena del Jura.

Nella Pianura Padana invece, compressa tra Alpi e Appennini, il rischio sismico è ben più presente, come testimoniato dal recente terremoto del maggio 2012, anche se, comunque, relativamente basso in confronto ad altre aree della penisola italiana. Gli eventi storici più forti (Verona, 1177, Mw 6,5 e Brescia, 1222, Mw 6,0), nel settore centro-settentrionale della Pianura Padana, sono verosimilmente legati alle faglie profonde, collegate ai sistemi giudicariense (a direzione NNE-SSW) e scledense (NW-SE). Altri eventi di minore intensità, invece, sono correlabili con faglie e pieghe-faglie alpine e, soprattutto, appenniniche, che si fronteggiano sepolte sotto la Pianura. Tra questi, vale ricordare gli eventi di Soncino (Cremona, 1802, Mw 5,6) e, appunto, quelli dell’area di Mirandola, tra Ferrara e Modena (1570 e 2012, Mw 5,9).
La sostenibilità, anche sociale, dell’utilizzo di alcuni geopotenziali (ad es. stoccaggio di gas in sottosuolo) richiede, nelle aree in cui esiste o è percepito un significativo rischio sismico, un’attenta valutazione della pericolosità sismica delle strutture geologiche presenti .

Per quanto riguarda le risorse idriche, invece, l’eccessivo sfruttamento di falde profonde, che non siano sufficientemente ricaricate, può portare all’impoverimento della risorsa e innescare fenomeni di contaminazione da parte di falde superficiali, generalmente di qualità inferiore. L’estrazione non controllata di acqua dal sottosuolo, in alcune particolari condizioni, può indurre una compattazione accelerata dei terreni a granulometria fine (limi e argille) innescando fenomeni di subsidenza. Per contro, la riduzione repentina dei prelievi idrici dal sottosuolo, ad esempio per la chiusura o lo spostamento di attività industriali ad elevato consumo d’acqua, può provocare la risalita incontrollata della falda  freatica, artificialmente depressa per decenni, e il conseguente allagamento di edifici e infrastrutture realizzate in sottosuolo e non dotate di una idonea impermeabilizzazione. Ancora, la realizzazione di gallerie e opere in sottosuolo, può alterare il naturale circuito idrogeologico e accelerare, in particolari situazioni geologiche, la formazione di cavità nel primo sottosuolo, con conseguente rischio di sprofondamenti e apertura di voragini.

GeoMol fornisce informazioni di supporto utili alla caratterizzazione dei rischi geologici presenti nelle aree dove i geopotenziali del sottosuolo devono essere utilizzati, e alla valutazione degli impatti delle relative opere e attività, per un loro utilizzo sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.



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